Sconti, sconti, sconti.

Ormai siamo abituati a comprare solo a prezzo scontato, ad aspettare il momento per fare il vero affare e ad acquistare tutto al prezzo più vantaggioso. Anche quello che magari non ci serviva, ma «è scontato!». Questa è la mentalità che è stata creata dalla grande distribuzione, che punta più sulla quantità che sulla qualità, riempie i magazzini di prodotti in serie e li vende in massa, abbassa i prezzi per farci acquistare senza avere il senso di colpa quando poi l’oggetto si rompe o si rovina perché di scarsa fattura e dobbiamo buttarlo, «tanto l’ho pagato poco, lo ricompro». Sempre tutto a basso prezzo tanto da essere convinti che il prezzo scontato sia il prezzo giusto, tanto da non sapere più quale sia il reale valore delle cose che acquistiamo, dalle materie prime al valore umano di chi le lavora.

In totale controtendenza nascono numerosi nuovi artigiani, giovani che scelgono di iniziare un nuovo lavoro in proprio, lasciando spazio alla creatività, o che decidono di cambiare vita e si reinventano: da commessi in negozi di grandi catene scelgono di fare delle proprie passioni la loro professione. Con coraggio e fantasia sfidano la mentalità dell’acquisto in grandi quantità a basso prezzo, loro non fanno sconti, non hanno magazzini stracolmi di merci, ma confezionano prodotti unici, personali e personalizzati, durevoli e di alta qualità. I costi si alzano: aumentano il costo e la qualità della materia prima, viene dato il giusto compenso per il lavoro creativo e manuale, ma tra le mani ci troviamo un oggetto prezioso, che ha una storia sua e che si intreccia con la nostra, un oggetto costruito anche attraverso le relazioni, la ricerca, la cura e l’attenzione al dettaglio.

Le storie di Beatrice Zambelli e Chiara Beschi

Una storia tra tante è quella di Beatrice Zambelli, orafa, che si è licenziata dal negozio in cui lavorava per aprire la sua attività, Piano Bi gioielli, dove l’artigianato si accompagna all’attenzione per l’impatto ambientale dell’estrazione dei metalli e alla provenienza etica dei diamanti e delle pietre preziose. Così come quella di Chiara Beschi, che dopo diverse esperienze lavorative “tradizionali” decide di dedicarsi alla sua passione: l’arte; oggi è ceramista e ha aperto il suo negozio TraMe Arte, che coniuga la sua passione per l’argilla e l’arte decorativa.

Un nuovo approccio degli artigiani contemporanei è stato l’intuizione di insegnare il proprio mestiere attraverso workshop e laboratori aperti a tutti. In questo modo sono riusciti a coinvolgere ed educare i potenziali clienti alla bellezza e alla complessità del processo creativo, facendo toccare con mano la dedizione e la tecnica necessarie per realizzare un qualsiasi manufatto. 

Oggi gli artigiani stanno rinascendo proponendosi come antagonisti al mercato industriale. Hanno imparato a raccontarsi e a raccontare il valore del lavoro manuale, la professionalità richiesta dai lavori creativi e il valore del tempo e della cura impiegati per realizzare prodotti fatti a mano, ma soprattutto a non svendersi puntando ad essere concorrenti alla grande distribuzione. Così facendo sono riusciti a intercettare una nuova tipologia di clientela: “consumatori” atipici che prendono le distanze dalle logiche di produzione di massa e dal freddo approccio industriale, clienti attenti ed in grado di comprendere, anche criticamente, il valore dei prodotti fatti a mano e desiderosi di supportare l’artigianato.