“Il fallimento di una relazione è quasi sempre 

un fallimento di comunicazione.”

ZYGMUNT BAUMAN

Quando si parla di comunicazione efficace principalmente ci si riferisce all’esito che ottiene la persona che inizia a comunicare (mittente) dal suo interlocutore (destinatario). La comunicazione è composta da tre canali: verbale (come mezzo usa le parole, il contenuto) para verbale (come mezzo usa la voce) e non verbale (come mezzo usa il corpo).

Tutti i tre canali, se gestiti in maniera efficace, seguiranno un unico percorso chiamato obiettivo annullando così l’incongruenza del messaggio e così quindi ottenendo un risultato (feedback) coerente. La consapevolezza che si comunica su più livelli ci permette di essere abili nel farlo con congruenza e autorevolezza.

La comunicazione si base su 5 pilastri, si chiamano assiomi e sono:

1. Non si può non comunicare

Noi comunichiamo sempre, anche con un semplice silenzio o chiudendo la porta del nostro ufficio o camera. Ad esempio, quando non si ha voglia di parlare con qualcuno, a un tentativo dell’altro di iniziare una conversazione, ci si limita spesso ad accennare un sorriso: non viene detto nulla, eppure si sta comunicando in modo eloquente.

2. Ogni comunicazione veicola un contenuto e una relazione

Quando comunichiamo, il nostro contenuto e comportamento è influenzato dalla relazione e contesto in cui si sta svolgendo la comunicazione.

3. La natura della relazione dipende dalla punteggiatura della comunicazione

Nella comunicazione esiste il principio di retroattività: io con il mio comportamento influenzo qualcuno e viceversa.

4. La comunicazione può essere sia analogica che digitale

Watzlawick definisce come “digitale” la comunicazione verbale, mentre “analogica” quella non verbale. Noi comunichiamo sia attraverso il contenuto che attraverso al tono/volume/ritmo della voce e infine con la nostra mimica facciale/postura/gesticolazione.

5. Le interazioni possono essere simmetriche o complementari

La comunicazione simmetrica si verifica quando gli interlocutori hanno una comunicazione alla pari, mentre quella complementare si presenta quando uno dei due si pone su un piano superiore. Queste due posizioni, nel rapporto complementare vengono definite posizione up (quando gerarchicamente io sono al “potere”) o posizione down (quando gerarchicamente sono in una posizione subordinata)

La comunicazione è alla base di ogni relazione e influisce sulla qualità dei nostri rapporti professionali e personali. È importante sapere, anzi fondamentale, che il nostro corpo comunica più del 50% del messaggio in quanto trasmette emozioni e queste arrivano più velocemente delle parole che agiscono solo sulla parte cognitiva.

Da consulente e analista comportamentale spesso porto in aula questo argomento perché ognuno deve essere consapevole che dietro ad una reazione può esserne responsabile se non ha consapevolezza di cosa e come comunica. Vi consiglio un esercizio per valutare la vostra comunicazione. 

Dividete il processo in 4 fasi: 

1. obiettivo,

2. con chi mi sto rapportando,

3. come adatto la mia comunicazione,

4. la risposta.

Se la risposta è coerente con l’obiettivo vuol dire che avete saputo gestire la comunicazione in modo efficace.