Per un mondo libero dalle armi nucleari.

Venerdì 22 gennaio 2021, un giorno luminoso e di festa per le migliaia di organizzazioni che a livello internazionale si impegnano per il disarmo nucleare. A 90 giorni dalla 50ª ratifica sottoscritta dall’Honduras, è entrato in vigore il Trattato Internazionale per la Proibizione delle Armi Nucleari discusso e votato all’ONU nel luglio del 2017.

Un traguardo.

Un traguardo però che non è un arrivo, ma una partenza. Un processo lento e continuo che diventerà realtà. Una data storica che apre un nuovo cammino per l’umanità, verso un mondo libero dalle armi nucleari. Le più inumane, le più indiscriminate. Armi progettate per distruggere le città e tutti coloro che le abitano. Non solo i “nemici”, ma le loro e le nostre famiglie, le loro e le nostre città, il loro e il nostro futuro per decenni. Le armi atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza.

Nella nostra provincia dal 2018 comuni, associazioni, gruppi, parrocchie, cittadini e cittadine, lavorano per questo progetto comune del disarmo atomico. Un popolo appassionato e variegato sia nelle età che nelle appartenenze, sia nei ruoli che nelle professioni. 8500 persone, 56 comuni, 172 enti che sostengono la Campagna “Italia, ripensaci” e chiedono con determinazione a Governo e Parlamento di avviare il percorso istituzionale che porti anche il nostro Paese ad aderire al Trattato. Eliminando tutte le armi nucleari dal territorio italiano.

L’Italia, infatti, è ancora al palo, si è collocata fuori da ogni contributo e sostegno al Trattato, non ha partecipato all’elaborazione del testo e non ne ha discusso in alcun modo in sede istituzionale. Il nostro territorio provinciale è direttamente coinvolto e compromesso in quanto nella base aeronautica di Ghedi-La Torre sono presenti testate nucleari statunitensi e si sta lavorando per l’arrivo dei nuovi caccia F35 e delle nuove atomiche B61-12.

Liberiamoci dalla paura, scegliamo la vita, non la morte. La Costituzione ce lo dice, il Vangelo, per chi crede, lo pretende. Come è stato per le armi chimiche, le armi biologiche, le bombe a grappolo, le mine antiuomo, c’è un solo modo per impedire l’uso e il possesso di armi nucleari: renderle illegali, proibirle ed eliminarle.

Anche Papa Francesco ha affermato più volte con forza (nel simposio in Vaticano, durante il viaggio in Giappone, nei messaggi per la Giornata Mondiale per la Pace) “che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche”.

L’entrata in vigore del Trattato è un passo decisivo reso possibile grazie alla positiva alleanza tra società civile, organizzazioni, stati, chiese. Proseguiamo con determinazione questo cammino verso una comunità umana che sceglie un orizzonte di pace e di amore.

Sestuko Thurlow una Hibakusha superstite di Hiroshima, durante la consegna del Premio Nobel ricevuto da ICAN nel 2017 così chiudeva il suo intervento: “Quando ero una ragazzina di 13 anni, intrappolata nelle macerie, ho continuato a spingere. Ho continuato a muovermi verso la luce. E sono sopravvissuta. Ora la nostra luce è il trattato di proibizione. A tutti in questa sala e a tutti quelli che nel mondo stanno ascoltando, ripeto quelle parole che ho sentito rivolgermi nelle rovine di Hiroshima: Non mollate! Continuate a spingere! Vedete la luce? Muovetevi verso di essa”.

Questo è anche il nostro impegno: continuare a muoverci, a spingere, verso la luce di un mondo senza atomica. Affinché il nostro prezioso unico mondo sopravviva.