Siamo arrivati in ritardo, ma eccoci.

Questa estate, la seconda di epoca Covid, la sesta da quando occupo questa pagina, è stata quella in cui abbiamo dovuto dare il nostro saluto al nostro direttore Angelo Onger. Non eravamo pronti, non lo si è mai, ma di certo noi non lo eravamo. Stefania Romano a pagina 13 racconterà alcuni dei motivi per cui ci manca e ci mancherà, nonostante tutta la ricchezza di pensiero che ci ha lasciato in vita, su queste pagine, nelle nostre riunioni e persino nelle comunicazioni private.

Siamo arrivati in ritardo all’appuntamento con i nostri lettori, perché senza il direttore la barca rischia la deriva. Abbiamo cercato tra gli amici qualcuno che avesse lo stesso spirito, critico ma gentile, di Angelo. L’abbiamo trovato. Si chiama Paolo Ferrari ed è, come dicevo, un amico con cui condividiamo valori e stile.

Sarà lui ad aiutarci a proseguire nel nostro lavoro (lavoro volontario) di dare voce all’associazione. Una voce organizzata e, quando riesce, pungente. Una voce che cerca di non essere “contro” ma sempre “a favore”, sempre costruttiva.

Crediamo che la “battaglia sociale” di cui c’è bisogno nell’epoca degli haters, delle “bestie” social, per quanto ferite, nell’epoca delle emoticon che ridono sotto le disgrazie altrui, sia quella di evidenziare sempre la speranza, di provare a costruire e non distruggere, la battaglia del perdono e quella della bellezza.

Lo diciamo spesso, il nostro ruolo non avrebbe senso senza speranza. Potremmo chiudere i battenti.

E allora eccoci, siamo in ritardo, ma eccoci. Vi dedichiamo queste pagine cercando di parlare di bellezza, nonostante tutto.