La pandemia è riuscita a bloccare un fenomeno che sembrava ormai inarrestabile: il turismo di massa. E mentre le grandi metropoli fanno il conto della perdita causata dalla mancanza di turisti dall’estero, c’è un’occasione per le piccole città di farsi notare e diventare attrattive.

L’ambizione per Brescia non deve certo essere quella di attirare il turismo mainstream che intasa le due o tre vie principali, riempie il centro storico di grandi catene di negozi, di souvenir di dubbio gusto (e utilità) o di bar e ristoranti “acchiappa-turisti” di qualità inversamente proporzionale alla lunghezza della proposta del menù; un turismo vorace che si nutre di qualche scatto fotografico e succhia l’anima di una città.

Piuttosto, può mettere in bella mostra quel che ha di più bello: essere un libro di storia fatto di strade, edifici, monumenti, dettagli e tracce. Dai primi segni di presenza dell’uomo in camunia, al tempio capitolino romano, dal castello medievale ai palazzi rinascimentali, fino ad arrivare ai tempi più recenti con i segni dell’era fascista e della resistenza o delle ferite di un attentato durante gli anni di piombo. 

Brescia non avrà il suo Colosseo o una torre pendente con cui immortalarsi in pose artistiche, ma è ricca di scorci suggestivi tra gli antichi vicoli, aneddoti storici di porte bruciate, cunicoli segreti e buchi di palle di cannone.

Oggi la tendenza è di muoversi sempre più da viaggiatori e meno da turisti. Le persone si mettono in viaggio con rinnovata curiosità, alla ricerca di un’esperienza genuina di un luogo; cercano di immergersi nel contesto in profondità, entrando in contatto con i locals, frequentando gli stessi posti, facendo ciò che è più tipico di quella città. Non a caso ha fatto un enorme successo la modalità di alloggio presso case private, dove ad accoglierti trovi persone che ti fanno sentire a casa, appunto, a discapito delle più fredde e asettiche camere d’hotel.

C’è sempre una maggior attenzione alla sostenibilità del proprio viaggio, con l’intento di favorire le attività autoctone, acquistando e consumando prodotti locali, e valorizzare i lati meno conosciuti del luogo che si visita, scegliendo tour alternativi per vedere, ad esempio, la street art o la città sotterranea, scovando curiosità e storie tra le strade meno battute.

In molti scelgono anche di muoversi con un minor impatto ambientale, optando per il cicloturismo o il trekking. Per lo slow tourism Brescia offre una vasta scelta di itinerari, dalle montagne ai laghi, con panorami e scorci mozzafiato, per tutte le stagioni, nonostante ancora i laghi, in particolare il Lago di Garda, soffrano di un sovraffollamento turistico estivo e di abbandono durante l’inverno, con bar, ristoranti e pizzerie chiusi e paesini fantasma.

Brescia è una piccola perla da scoprire, deve solo farsi trovare e prepararsi ad accogliere questi nuovi turisti curiosi, attenti e consapevoli.