Dedichiamo questa pagina alla memoria di un appassionato tessitore di buone relazioni nei Circoli Acli e tra la gente.

Nato a Pralboino il 13.12.1946, era residente a Milzano.

Franco è stato un aclista che ha sempre lavorato con passione per il bene comune, accettando, volentieri e con entusiasmo, gli incarichi che gli venivano via via proposti e che comportavano una attenzione particolare verso i deboli, dei quali si è occupato nelle varie cariche che ha ricoperto. Lo ricordiamo attivo nella sua Milzano, impegnato in Comune come Assessore ai Servizi sociali, come Presidente del Centro Diurno Anziani e nella cura costante della formazione dei giovani aclisti, i quali volentieri si affidavano alla sua autorevole saggezza che ispirava fiducia.

Presso il Circolo Acli di Milzano ha ricoperto la carica di Presidente e Vicepresidente.

Anche presso il Consiglio di Zona della Bassa Centrale ha lavorato con impegno come Presidente per la difesa dell’Ambiente e per la formazione di futuri Amministratori pubblici. A tale proposito ha più volte realizzato la Scuola “ABC dell’Amministrare”, apprezzata e frequentata con grande interesse. Quale promotore sociale, si è occupato del servizio verso gli ultimi, con dedizione commovente, senza risparmio, senza orari e senza limiti. Oltre a Milzano, la sua attività si estendeva anche ad altre località della Bassa bresciana, dove aveva i recapiti Acli: Manerbio, Pavone Mella, Gambara, Pralboino, San Gervasio Bresciano, Pontevico, Fiesse.

A Manerbio, in particolare, dove riceveva i cittadini in un giorno fisso settimanale, si sentiva ed era considerato come in famiglia. Anche con i giovani del recapito aveva costruito ottime relazioni di collaborazione.

Come ricorda la moglie Bianca:“La relazione era il suo punto fisso. Costruire relazioni era il lavoro a cui teneva in particolare, perché diceva che solo con la relazione il lavoro delle Acli dura nel tempo, avverso o propizio che sia”.

Ha ricoperto anche la carica di “antenna” nel progetto “Energie potenziali per Comunità Solidali”, segnalando puntualmente agli Enti locali le povertà riscontrate nei vari punti di servizio, sollecitandone la soluzione. Grande era la sua soddisfazione quando constatava che, tramite il suo aiuto, le persone ottenevano il soddisfacimento dei loro bisogni, spesso vitali.

È stato un punto di riferimento e di sostegno per le persone che si rivolgevano a lui con fiducia, sicure di trovare un appoggio e un incoraggiamento. In lui era evidente la personificazione dell’umanesimo cristiano.

Una testimonianza della moglie: “Impossibile conoscere la tanta gente che ha partecipato alle sue esequie e che mi ha scritto. Me ne ha dato un saggio il suo telefonino che dopo tre mesi dalla sua dipartita continuava a squillare”.