Un progetto per provare a ri-pensarsi

Siamo partiti da questi pensieri, raccolti tra alcuni dirigenti di circolo in contesti informali:

  • “Oggi è necessario saper leggere la realtà delle cose e degli eventi, ascoltare i bisogni dell’altro, dialogare rispetto ai bisogni delle comunità con le istituzioni religiose e civili”.
  • “Le Acli devono saper fare rete all’interno delle comunità, collaborando con le varie realtà, individuando partner strategici con cui attivare iniziative, superando la frammentarietà e valorizzando le differenze”.
  • “Stimolati dalla Laudato si’, è opportuno continuare ad approfondire tematiche relative all’“altra economia” (economia civile, sociale, circolare, di condivisione), ri-declinata alla luce dell’”ecologia integrale” proposta da Papa Francesco”.
  • “Condivido l’urgenza di porre al centro dell’agenda associativa il tema dei giovani e del ricambio generazionale, consapevole che, nonostante gli sforzi fatti anche a livello di circolo, i risultati sono stati scarsi”.
  • “Capisco che sia importante innovare la comunicazione per attrarre le giovani generazioni, ma noi dirigenti non sappiamo da dove iniziare”.

Abbiamo cercato uno strumento che potesse aiutare la nostra associazione a riflettere in modo più strutturato attorno a questi temi e l’abbiamo trovato nel bando Capacity building di Fondazione Cariplo che ha finanziato il progetto Ritorno al futuro. La sfida sempre nuova del progetto (e dell’associazione) è ri-declinare i valori originari nella contemporaneità, con proposte politico-sociali di cambiamento che ci facciano essere ancora “generatori di prossimità”. È doveroso re-inventare il modo di prendersi cura delle persone, di gestire le differenze e di coltivare la curiosità. Così l’impegno per la comunità si deve giocare anche in realtà non strutturate, non continuative, più fluide. 

Le direttrici del progetto sono state principalmente due: il ricambio generazionale e la rigenerazione della comunicazione.

La storia di ogni circolo Acli si lega indissolubilmente alla storia dei fondatori. Il passaggio generazionale rappresenta un momento importante e inevitabile, ma gli ostacoli sono diversi: la difficoltà a “passare la mano” da parte dei soci storici per il timore di perdere un ruolo sociale riconosciuto, l’incapacità di attirare giovani a causa della tipologia di proposte associative e/o della modalità di comunicare le stesse, con la conseguente indisponibilità ad individuare “eredi” che raccolgano il testimone e traghettino associazione e circoli verso il futuro. La successione generazionale, se mal gestita, rappresenta un notevole rischio per l’insieme delle attività sociali per i volontari storici e i neo-associati. Le Acli provinciali di Brescia hanno intrapreso un percorso di implementazione della comunicazione digitale, ma la strategia comunicativa verso il potenziamento del digitale è stata intrapresa solo da pochi circoli. La stragrande maggioranza non ha uno spazio web o piattaforme social. Molti circoli comunicano ancora in modo “analogico”, con comunicazioni cartacee poco accattivanti, soprattutto per i giovani. La presenza sui social e negli ambienti digitali è ormai indispensabile. Oggi un’associazione di volontariato deve necessariamente investire in una comunicazione efficace perché ha un target da raggiungere: quello dei potenziali sostenitori della causa e, soprattutto, dei nuovi volontari che, nel caso delle Acli bresciane, devono essere anche anagraficamente giovani.

I circoli coinvolti

I circoli direttamente coinvolti nel progetto sono stati una ventina. Supportati da 4 giovani “tutor” (Francesca Bertoglio, Angelo Moratti, Laura Pasini, Silvia Pennacchio), si sono lanciati nella sfida delle sfide: sperimentare nuove strategie di azione e comunicazione per diventare interessanti agli occhi dei più giovani. Il percorso è stato in salita, complice anche la pandemia che ha reso tutto molto più complicato, ma alcuni piccoli-grandi risultati sono già visibili grazie a percorsi formativi e supervisioni: più pagine Facebook, più eventi on line, più cura nella grafica del materiale informativo, maggiore visibilità attraverso video.

Quattro pillole formative intitolate “Generazione X” sui temi della ri-partenza e del futuro hanno messo in luce alcune consapevolezze: il processo di passaggio generazionale, che è anche un passaggio culturale, deve essere gestito con grande attenzione. Se si intende avvicinarci ai giovani, è necessario chiedersi chi sono, cosa vogliono, quali siano i loro desideri, i bisogni ma anche i linguaggi e le motivazioni che li animano. Ciò dovrebbe portare a cambiare l’atteggiamento di diffidenza reciproco tra le generazioni e a valorizzare le rispettive competenze che possono andare a beneficio dello sviluppo associativo nel suo complesso. È necessario che le Acli bresciane e i circoli si mobilitino per il passaggio generazionale, stipulino un “patto generazionale”, definiscano nuovi modelli di governance interna e di azione esterna e formalizzino il passaggio generazionale delegando responsabilità e costruendo insieme nuovi progetti attorno a tematiche care ai più giovani. Le strategie per attrarre e coinvolgere i giovani sono: riporre grande attenzione alla comunicazione, agli strumenti utilizzati e alle emozioni da trasmettere con campagne informative, eventi, loghi, slogan, video, spazi web; differenziare il target in quanto “non tutti i giovani sono uguali”; utilizzare testimonial; lavorare con la peer education, cercando leader e ragazzi capaci di trascinare coetanei; mantenere uno stile informale.

Il progetto Ritorno al futuro ha permesso di costruire una cassetta degli attrezzi per affrontare consapevolmente il futuro in modo ri-generativo. Sta ora all’Associazione nella sua interezza utilizzare quegli strumenti per continuare a sviluppare intelligenza sociale.